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martedì 4 giugno 2013

Pastis HB, Nizza, Chagall

Il secondo giro di Pastis: Henri Bardouin, il Grand Cru, il Re, la più bella fra tutte, basta uno sfioramento per la tua estasi, ottiene la pienezza tramite la complessità e l'armonia delle erbe, sdegnando aristocraticamente l' "effetto" sul palato. Almeno così dicono gli intenditori.

Henri Bardouin, per gli amici HB, ce lo beviamo una sera a Nizza, in una taverna un po' vera un po' no, e quindi adattissima. Nizza è allegra e inquieta, amichevole e festosa, ma capisci che devi guardarti le spalle. Austerità sabaude e assurdità fintomoresche, installazioni postmoderne e medioevi alla Viollet-le-Duc, e una multiculturalità che ha ben poco di italiano: più strano che ci sia nato Garibaldi, meno che ci sia morto Bruce Chatwin il grande viaggiatore, stremato dall'AIDS, che lui affettava fosse causato dal morso di un pipistrello cinese, oh gran bontà dei viaggiatori antiqui.

Gerusalemme ha visitato Nizza, e andandosene le lasciò un pezzo di sé. La pietra, la luce, le linee, l'aria che si respira nel dentro e nel fuori del Museo del Messaggio Biblico dedicato a Marc Chagall. Lo scultore ha un manoscritto dalla copertina blu sottobraccio, lui su quelle diciassette tele ha amato, stupito, pensato, sofferto, scritto. Centinaia di pagine e di disegni, diffrazioni prismatiche in esegesi biblica, rimandi cabbalistici, considerazioni formali e teoriche. "Io non vedevo la Bibbia, la sognavo" disse Chagall a un suo nipote, e questa frase allo scultore non va giù. La categoria del sogno gli sembra fuorviante, si potrebbe pensare a un approccio naif, mentre lui ne vede chiaramente le corrispondenze esatte, i richiami precisi, generati da una paziente, metodica, assidua conoscenza del testo sacro. Può esserci del metodo nel sogno? Può nascondersi in esso la sottigliezza esegetica? "Forse era sogno, ma sonno non era" direbbe De André. E in fondo non è, l'onirico, un luogo privilegiato dell'autocomunicazione di Dio? Non è il "tardemah" la preparazione necessaria prima dell'irrompere della ierofania? E il patriarca Giacobbe non si costringe a sognare, dormendo sulle pietre presso Luz, il luogo tremendo dove una scala unisce il cielo alla terra e gli angeli vi scendono e vi salgono? Sì, c'è del metodo nel sognare di Chagall, e le tracce di tale metodo sono riconoscibili negli studi preparatori, nel rivedere, nel ritrattare, nel cancellare, nell'aggiungere, nell'osare ancora un po', nel portare un colore a una densità maggiore. Così entri, e il vortice del sogno di Chagall prende anche te, anche tu diventi parte di quel mondo, contemporaneo all'ebreo errante e al gallo, al giocoliere capovolto, al rabbino abbracciato al suo rotolo, all'innamorato, al pesce con le ali e alla dolce mucca violinista, non meno strano e incongruo di loro, non meno titolato, tuttavia, ad esserci. Ma soprattutto, grazie al suo sognare, tu invece 'vedi' la Bibbia, fu proprio così che gli angeli incontrarono Abramo a Mamre, proprio quella era l'espressione di Abramo mentre guardava il Signore che lo fermava, lui col pugnale in mano e il volto insanguinato ancor prima di colpire, lui col pennello in mano su un Isacco già morto. Proprio questa fu la creazione, viene dopo Abramo, così ha voluto Chagall, ma che importa, anche nella Bibbia viene dopo, cronologicamente è dopo che è stata scritta, Dio, essendo salvatore, non può essere che creatore, non viceversa. Proprio questo era il Paradiso, così Mosé consentì al popolo di passare il mare, e quando le acque si chiusero sugli egiziani gli angeli stavano per intonare un canto di vittoria ma Dio li fermò, in collera, dicendo come osate, come osate cantare mentre gli egiziani, creature mie, muoiono fra le onde? Lui non vede ma sogna, e tu grazie al suo sogno vedi.

Tramortiti, trasognati, trasfigurati di bellezza scendiamo lungo brevi rampe dalla città alta verso il mare. Ma ognuno ha una sua Bibbia, anzi ognuno "è" una Bibbia, ognuno ha i suoi esodi e le sue genesi, le sue cronache e le sue guerre, i suoi cantici dei cantici e le sue profezie, la sua sapienza, le sue passioni, le sue resurrezioni e le sue apocalissi; per non parlare delle sue lettere. Ognuno ha una storia di salvezza e di dannazione, di innamoramento del senso e di contestazione del senso, di intimità e di assurdo. Allora io sento di poter raccontarne un capitolo, della mia Bibbia, a chi mi cammina accanto lungo la grande strada cittadina che va verso il mare. Nizza è stata meta di russi, che vi hanno costruito la più bella chiesa ortodossa d'Europa, di cui parleremo tanto ma che non riusciremo a vedere.

Henri Bardouin: artemisia, anice stellato, centaurea, semi di paradiso, pepe bianco e nero, tonka, noce moscata, chiodi di garofano, sedano selvaggio, cannella, citronella, salvia, rosmarino, liquirizia, timo, verbena,  asperula, coriandolo, borragine, camedrio, erba di san Giovanni, vulneraria, timo selvatico, camomilla, melitotus, origano, finocchietto. Gli altri 21 ingredienti sono tuttora segreti.


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