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mercoledì 5 giugno 2013

Pastis Casanis, Vence, Matisse

Il terzo giro (o vira), doppio, di Pastis è stato col Casanis, che è noto per essere prodotto con la lenta distillazione dell'anice verde, oltre che dell'anice stellato. Alcuni lo definiscono l'essenza dell'estate, ciò che sta al gusto come il suono delle cicale sta all'udito. Lo abbiamo preso a Vence.

Vence è "troppo bella", il che significa che non può più essere bella e che dovrà fare la fine di Firenze (su di essa il fuoco e la consumazione divina). Quando l'incanto diventa eccessivo se ne va, lasciando al suo posto un inquietante Doppelgaenger che gode a prostituirsi coi turisti, pochi e buoni nel caso di Vence, molti e pessimi nel caso di Firenze (s.d.e.f.c.d), ma che rischia di ingannare anche occhi più smaliziati. Non quelli del musicista, che rapidamente individua per noi forse l'ultimo bistrot risparmiato dal contagio, anche se preferirebbe condurci in un nonluogo da agenti di commercio, e oh come lo capisco. Al tavolino ordiniamo il Casanis, che la simpatica cameriera pronuncia casànsz, e che evidentemente ha un colore che vira più decisamente verso il verde.

La mattina ci aveva visto a messa nella cappella di Santa Maria del Rosario di Matisse.

E qui c'è una storia di un uomo e di una donna, e come non potrebbe esserci, all'origine di una bellezza così commovente. Dunque: l'uomo è Matisse, la donna è Monique. Matisse era stato operato per un tumore all'intestino e si prese pertanto un'infermiera, appunto Monique, la quale era bella di una bellezza strana, non classica ma viva. Chi può dire, se non quelli che lo sanno per esperienza, il grado di intimità che chi dà cura e chi la riceve raggiungono nelle notti di dolore, di veglia, di imbarazzo, di abbandono, di coraggio, di guarigione? Fatto è che Matisse - ormai settantenne - chiede a Monique di fargli da modella. Lei è L'idole e anche il soggetto di La robe verte et les Oranges. Nel frattempo continua a fare gli studi infermieristici. A un certo punto, la voce dell'Irresistibilmente Affascinante la chiama, e la strappa al Genio. Entra fra le claustrali domenicane senza dirlo al Maestro, che quando viene a saperlo, per mesi, non riesce più a lavorare. Qualcosa di immensamente grande aveva rapito a Pigmalione il suo Idole di carne e l'aveva preso per sé: ora è suor Jacques-Marie. Poco a poco il Genio piega la testa, la va a incontrare in monastero, le chiede di girare su se stessa per ritrovarla da ogni lato. Scriverà poi: "Ho appena ricevuto la visita della mia religiosa, quella che ha posato per il quadro chiamato “L'idolo”. E' una domenicana, è sempre una persona magnifica. Noi chiacchieriamo delle cose e degli altri con un certo tono, ci punzecchiamo dolcemente. Quando se n'è andata, Madame Lydia (Delectorskaya, la segretaria di Matisse) mi ha detto di essere sorpresa dal nostro modo di conversare. Io so cos'è che la colpisce: è che si avverte una certa tenerezza, anche inconsapevole. Io ho sintetizzato ciò che pensa Lydia dicendo che si tratta di una sorta di flirt , a me piacerebbe scrivere fleurt , perché è un po' come se noi ci lanciassimo l'un l'altro dei fiori sul viso, dei petali di rose. E perché no? Niente vieta questa tenerezza che fa a meno delle parole e che va oltre le parole. 
Se ne va in cielo una consorella sacrestana, di nome Suor Jeanne, che aveva sempre voluto una nuova cappella. "Non lo avuta in vita, quando sarò lassù mi metterò all'opera e l'avrete ben presto!" sussurra da cospiratrice, nell'agonia, a Suor Jacques-Marie. Vegliando il suo corpo fra i ceri, sgranando il rosario fra le mani, la stessa notte, Suor Jacques-Marie viene attraversata da un'idea che le mozza il fiato. Matisse accetta. Inizia il grande progetto, che subito si confronta con gli ostacoli oggettivi, la tradizionale miopia ecclesiastica, e lo sguardo pruriginoso del mondo (Vogue pubblica fotografie di Matisse in atteggiamento romantico con la sua modella, Match titola "Matisse sacrifica 800 milioni per Suor Jacques"). Ma si muovono anche altre forze, per esempio l'infaticabile patron dell'incontro tra arte contemporanea e arte sacra, il domenicano Marie-Alain Coutourier. La costruzione va avanti. Matisse vuole tutto perfetto, fino al minimo particolare: disegna di sua mano i paramenti, la guglia, la campana, il confessionale, il crocifisso. Scrive Testori : "Vetrate, pianete, pissidi: fece tutto lui. E pensare che in quegli anni era ormai immobile, e non poteva più usare nemmeno le mani. Allora disegnava su fogli colorati, rossi, azzurri, servendosi di un gran bastone, e poi, sempre con un bastone, li tagliava e li incollava. Verso la fine della vita, poi, smise anche il colore. Forse scoprì che il suo grande sogno era sempre stato la vetrata, ossia il colore, ma, insieme, qualcosa che oltrepassa il colore: la concentrazione della luce. Una concentrazione che diviene fulgore". Quando sta male, alla suora viene dato il permesso di uscire dal monastero per assisterlo: lui le chiede di essere abbracciato, di essere tenuto per mano. Quando morirà, a Suor Jacques-Marie non fu permesso di andare al funerale. Avrebbe voluto avere almeno il corpo nella cappella, ma fu il Maestro che non volle, pensando che sarebbe stato accusato di essersi autocostruito un mausoleo per glorificarsi.

Io penso a Caterina. Caterina, santa Caterina la senese, mia conterranea. Domenicana anche lei, mistica, infermiera. Scrive Ceronetti. Come curava gli ammalati, la dolce Caterina? Caterina lavava e ungeva, tamponava, imboccava, purgava, vuotava orinali, frizionava. Forse, nella farmacia, qualche volta avrà pestato droghe. Quando le sue dita stringevano una mano, il fluido si spargeva nel corpo deformato dal male e raggiungeva quei punti segreti dell'essere che la medicina scientifica arriva a toccare, senza molta delicatezza, solo per caso. Compassionevole e pratica, ringoiava davanti a quelle miserie i suoi sbocchi di trascendente, e a chi sputava o perdeva il proprio sangue, o cuoceva nel suo coma, evitava d'impartire i comandamenti mistici dell'epistolario, "e bagnatevi di sangue" "e annegatevi nel sangue" "e saziatevi di sangue", perché non erano per tutti e c'è un tempo per ogni cosa. Ma sentendo qualche infermo più suo, un'anima non refrattaria, subito caterinizzabile, come quella di Niccolò Tuldo o di Neroccio Pagliaresi, allora era la cura d'infinito, la medicina impossibile somministrata da una persuasione angelica, invece di compresse e balsami l'imitazione del rito cruento della crocifissione tra gli stracci e i sacconi pisciosi. E poi, citando il medico-quindi-filosofo Gregorio Maranon: Nessuno dei rimedi nostri, poveri medici, ha il meraviglioso potere di una mano di donna che si posi su una fronte indolenzita. In quel decisivo momento, la scienza scompare; ed è sopra la donna, piena di mondo, che si appoggia l'angoscia di colui che va addentrandosi nella solitudine senza rive dell'aldilà. Matisse ha avuto in suor Jacques-Marie la sua Caterina, è l'ha ricompensata facendo fiorire nella sua casa un'infinita bellezza. Beato chi di noi avrà una Caterina, più gratuita e grande ancora, perché non sarà forse ricompensata da altrettanta fioritura di genio.  

Allora, siamo a messa. Pur indossando una casula gialla, bianca, verde e nera disegnata da Matisse, il prete non è tanto significativo. Il suo sermone della Fete-Dieu illustra come dalla civilizzazione cristiana nasca la dieta mediterranea, la più completa, come tutti sanno, dal punto di vista calorico, proteico, vitaminico. L'attenzione può disconnettersi senza sensi di colpa  Questo ci consente di farci pervadere, di farci massaggiare dai tre colori delle vetrate, così vivi, giallo verde e blu, di goderci la danza crocifissa del bimbo/bimba fra le braccia della Madre così sufficientemente buona da consegnarlo al Padre; e poi il solenne san Domenico senza volto, presenza apofatica del padre Couturier che ha posato per l'Artista.  La Via Crucis (paratattica, come direbbe lo scultore), non riusciamo a vederla bene, perché, dopo la fine della liturgia, le implacabili domenicane ci cacciano con uno zelo che neppure il cherubino con la spada fiammeggiante applicò sui progenitori quando li mandò via dal giardino. Lì per lì le detesto. Qui per qui, però, le comprendo e le ammiro. Vorrei che i fiorentini (su di loro il fuoco e la consumazione divina) avessero fatto lo stesso con la loro città. No: l'hanno venduta.

Nella piazza di Vence lo scultore rimane colpito da come un'opera del canadese Jim Ritchie - La Vencoise - "risolve una torsione", e gli vien voglia di disegnarla. Io - che non so cosa vuol dire risolvere una torsione se non che è certamente una cosa bella e grande - sono fiero di prestargli il mio taccuino di ricordi rosso, e la matita.

Domenica del Corpus Domini, secondo il calendario latino. Per la Chiesa d'oriente, Domenica della Samaritana, in cui si fa memoria del flirt - o come direbbe Matisse, del fleurt - tra Gesù e la donna al pozzo. Il pozzo è profondo e tu non hai neppure un secchio, da dove prendi dunque l'acqua  le dice lei, e lui le lancia sul volto i petali di rose delle parole sull'acqua viva che, bevuta, estinguerà la sete; il pozzo è profondo; poi la stuzzica sui suoi tanti mariti e su quello che adesso non lo è, ma la donna è teologa e tiene botta, figuriamoci, e lo seduce fino a fargli dire Io Sono, sono io che ti parlo, io l'acqua viva, io il Marito, lo Sposo, l'Atteso. Domenica della Samaritana e del Corpus Domini. Il giro di Casanis è il turno delle donne, delle spose, loro è la parola. Di quelle visibili ve ne sono due; contando le invisibili, moltitudine. Interrogano sapendo la risposta, forse piace loro vederci inciampare nelle parole e scivolare con supponenza e serietà sui concetti. Guarda il non-caso: si parla di eucarestia e di matrimonio. Domenica del Corpus Domini e della Samaritana. Il pozzo è profondo anche per noi, ma nessuno di noi è lo Sposo. Clown bianchi. Almeno fossimo Augusti, fools for Christ. Tace il musicista, e forse pensa che non abbiamo tanto praticato gli esercizi per volare.

Tempo di andare, lasciamo il mare alle spalle, risaliamo il Var e il corso della Roya verso il colle di Tenda. Il cielo si fa grigio. Ultima visione rapidissima di Saorge, village perché. Il musicista ci incanta con la narrazione di una parte della sua Bibbia: genealogie che si perdono oltre Ur dei Caldei e che giungono dall'altra parte del pianeta, su altre estreme frontiere occidentali, come se i suoi cromosomi fossero carichi di un peso di vita e di senso che ora esige di essere trasformato in musica e canto. Tief ist der Brunnen der Vergangenheit. Sollte man ihn nicht unergründlich nennen? Profondo è il pozzo del passato, non dovremmo dirlo insondabile? si chiede Thomas Mann all'inizio della Tetralogia di Giuseppe. Insondabile forse, eppure si trova di fronte la lealtà di un violino e di un cuore capace di ascolto.

Il viaggio è terminato. Una trentina di ore, ognuna di queste gravida di senso come un anno.

Wikipedia, Pastis, Etimologia:
De l'occitan pastís (« pâté, mélange ») ; plus avant, du latin populaire *pasticium, du latin pasta (« pâte ») ; il donne pastís en catalan et en occitan, pasticcio en italien et pastiche en français.
Le terme est attesté au début du XXe siècle sous les graphies pastisse et pastis pour désigner une situation confuse 
                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                     




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