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giovedì 12 settembre 2013

Il segreto del Papa vecchio

Meno di quattro anni fa, e sembra passato così tanto. Era la vigilia di Natale del 2009. Joseph Aloisius Ratzinger il bavarese, Papa Benedetto XVI da quattro anni, entrava in san Pietro a celebrare la messa di mezzanotte. Una ragazza svizzera con una maglia rossa, forse una squilibrata, forse una devota eccessiva, forse non so, valicò le transenne e andò verso il Pontefice, per abbracciarlo o aggredirlo o chi lo sa. Il Papa cadde in avanti. Un evento da nulla. Tutto riprese regolarmente. La gendarmeria vaticana smentì voci di attentato. Il Cardinale Etchegaray ci rimise - poveretto - un femore. Ma quell'avvenimento mi colpì come un presagio, e due giorni dopo condivisi una nota con i miei amici di Facebook.

Ora che Benedetto XVI è eremita in Vaticano. Ora che Papa Francesco è acclamato ovunque - dai semplici per la Renault 4 e la Fiat Stilo e per le due stanze da albergo dove vive e per i conventi vuoti da dare agli immigrati e per le messe sui barconi di Lampedusa e per il dolce suono sudamericano della sua voce e per le telefonate al giornalaio e alla donna violentata, dai politici left winged per l'intransigenza coi curiali e per la corrispondenza con Papa Eugenio di Repubblica, dai sapienti per le sue interessantissime posizioni su verità e relativismo, dai cristiani perché crede così visibilmente e percepibilmente in Dio, ora il contenuto di quell'emozione davanti al niente di un Papa, che cade al solo tocco di una ragazza un po' esaltata, mi si fa comprendere di più.

Scriveva Buzzati nel Segreto del Bosco Vecchio: "Il genio, inesplicabilmente, era di colpo scomparso. Dal corpo dell'abete uscì un lacerante scricchiolio, il tronco cominciò lentamente a piegarsi, con movimento sempre più veloce. Poi crollò con un tonfo enorme. Per alcuni minuti i rami schiantati continuarono a gemere. Infine si udì soltanto la voce uniforme della foresta. I boscaioli, raccolti gli attrezzi, si allontanarono di corsa, perché il cielo diventava sempre più nero."

Il Papa, come lo abbiamo sempre conosciuto, non c'è più. E' caduto come il grande abete di Buzzati. "Si mancherà", come il Cipputi di Altan il giorno dopo la Bolognina ('Non siamo più comunisti, babbo?' ' No, ma ci mancheremo') ? Non sappiamo, troppo presto per dire, tutto è così aperto che il futuro è inimmaginabile. Ma il grande albero è caduto. E il cielo di che colore sta diventando, vedete?

Ecco il testo di quella mia nota di quattro anni fa (26 dicembre 2009).

Eppure, quel Papa che cade...

Non è accaduto nulla. In fondo la linea che separa lo slancio di un abbraccio da quello di un'aggressione è molto tenue. Chissà cosa pensava la giovane svizzera quando (sfidando i suoi sfarzosi compatrioti muniti di alabarda) ha scavalcato la transenna. Chissà se si saprà mai, o se gli psichiatri che adesso esplorano la sua mente con i loro saperi ci diranno qualcosa. Una persona carissima, a un'altra anche tanto cara che stava lasciando una riunione e non voleva disturbare con un abbraccio, ha detto: 'Gli abbracci non interrompono niente'. Ha ragione: non ha interrotto il rito notturno della messa del gallo - come si dice in Spagna.

Ma una cosa sono i fatti, un'altra le emozioni, e un'altra ancora i significati simbolici di un evento. Ho visto il video amatoriale molte volte. Solita folla, quadratini di videocamere o di telefonini accesi, una giacca rossa irrequieta agilissimamente scavalca, l'ombra nera di un uomo della sicurezza scatta in avanti, un inglese credo alle spalle di chi riprende emette il classico suono 'eow' (massima espressione dell'emozione per un anglosassone), un po' di caos, e poi...E poi. E poi il Papa mitrato cade in avanti. .

Beninteso, non è accaduto nulla, nulla di nulla, sul piano dei fatti. Non è di questo livello che scrivo. Io ricordo l'attentato al Papa nel 1981, le immagini, il Papa dalla vitalità prorompente che prendeva in braccio i bambini e li baciava e sembrava che se il mangiasse, lo sparo, la corsa sulla jeep, nel sole del maggio romano. Ben altra ovviamente la gravità fattuale, ben altra la portata storica.

Invece questo insignificante evento notturno, una ragazzina folle, forse un tentativo di abbraccio, forse un tentativo di lotta, e il Papa pallido, vecchio, diafano, che cade in avanti, rivestito dei paramenti pontificali, silenzioso, come un grande albero. Un sospiro, e tutto riprende. 

Perché quella caduta è dentro di me, e parla?






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