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domenica 29 dicembre 2013

[Quattro anni dopo] Dormire davanti a Dio

Ieri sera, parlando con una carissima amica, le raccontavo del personaggio che preferisco nel presepe. E' l'unico ad esserci sempre - eccezion fatta, ovviamente, per i protagonisti. E' il pastore dormiente. E' un piccolo specchio per me, innamorato del sonno e non sempre corrisposto.

Mi sono sempre chiesto come sia possibile dormire davanti a Dio. Insomma, seppur con il tipico understatement che caratterizza Gesù, stava accadendo qualcosa quella notte. Si muovono stelle nel cielo, la notte è piena di voci di angeli, caravanserragli pieni e carovane che si avvicinano. Il pastore, però, infischiandosene di tutto quello che c'è attorno, dorme. Dorme: et Verbum caro factum est. Dorme: e accade l'evento cruciale della storia del mondo. Dorme.

Poi ci sarà il biblista che ci dirà che il sonno è la reazione umana tipica sulla soglia delle teofanie (per esempio il sonno di Adamo, di Giacobbe, o del terzetto degli Apostoli prima della Trasfigurazione).

Poi ci sarà lo psicologo che ci dirà che la rivelazione ha come scena fondamentale il mondo onirico.

Poi ci sarà il filosofo (anzi c'è, Jean-Luc Nancy, "Cascare dal sonno") che scriverà: "Io casco dal sonno e, al tempo stesso, mi cancello in quanto 'io'. Io casco in me e me cade in sé. Non è più io, è sé, che non fa altro che tornare a sé. Di qualcuno che riprende coscienza (...) si dice che 'torna in sé'. Ma in realtà, torna alla distinzione dell''io' e del 'tu'. Torna al distacco dal mondo"

Va bene. Tutto giusto. Per me, se nel presepe c'è il pastore addormentato, è come se ci fossi io.

December 29, 2009 at 10:56am


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