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martedì 3 dicembre 2013

Indechiffrable - Una storia perversa

Questa è una storia in cui chi indossa l’armatura è più vulnerabile di chi ha solo un golfino. E’ una storia in cui le immagini dicono il contrario delle parole, ma tutte e due dicono in fondo la medesima cosa. E’ una storia in cui le labbra parlano in un modo ma baciano in un altro. E’ una storia in cui corpi, intenzioni, speranze vivono capovolte e muoiono dritte. E’ una storia in cui Ares e Afrodite si scambiano le parti, ma la loro prole rimane sempre la stessa. E’ una storia in cui per comprendere il comportamento di una contestatrice ventenne bisogna chiedere a un vecchio rabbino chassidico del settecento. E’ una storia in cui uno stolto mercante vende per pochi soldi il Fiore di ogni Fiore e alla fine guadagna ciò che nessun altro ha avuto mai. E’ una storia perversa.

“Quel che hai scritto è orribile, sì, orribile. Disgustoso. E, se proprio devo dirla tutta, anche un po’ perverso.” Perverso? dico pensando al mio cinguettio serale, e ora sono le tre di notte. “Perverso. Un gesto è fatto per esprimere un sentimento e viene usato per dire il suo opposto: e questo, anziché respingerti, ti eccita. Sì, perverso. Ti sarebbe piaciuto anche il bacio di Giuda.” Fingo di prendermela ma sotto-sotto gongolo. E’ perverso gongolare quando ti viene detto che sei perverso?

[Mi sarebbe piaciuto anche il bacio di Giuda. Vero, mi piace. Mi piace che non abbia usato uno schiaffo per far capire alla canaglia quale fosse il Maestro. Mi piace perché è uno che non sa fare buoni affari, baciando. Judas, mercator pessimus / osculo petiit Dominum / ille ut agnus innocens / non negavit Judae osculum. Giuda, pessimo mercante, chiese un bacio al Signore, ed egli – agnello innocente – quel bacio non glielo negò. Non gli ha negato il bacio, Da nessun altro il Signore fu baciato, se non i piedi, da Maria. Mi piace perché alla fine, pur mercator pessimus, guadagna quel bacio, come  la donnina qualunque (ma ottima mercantessa) che con un bacio al matto ottiene un disegno di Antonio Ligabue – guardatelo su http://www.youtube.com/watch?v=B5kAhWA-Bko da 8.35 in poi, anche se non c’è l’audio – ed è diverso e forse opposto ma sempre questione di baci estorti e doni immeritati.]

L’accusa di perversione trova il suo fondamento su un mio tweet. Un commento alla foto in cui la ragazza militante no-tav cerca di baciare il poliziotto in equipaggiamento antisommossa, e il commento diceva: Solo io trovo più sexy il "bacio d'odio" che il bacio pacifista? Come ormai tutti sappiamo, lei non era una figlia dei fiori, non aveva forse mai sentito la canzone dei Giganti (Mettete dei fiori nei vostri cannoni perché non vogliamo mai nel cielo / molecole malate, ma note musicali che formano gli accordi / per una ballata di pace) e non voleva portare a compimento quanto accaduto a Washington nel 1967, a Isfahan nel 1979, a Seul nel 1987, ancora a Seul nel 1993, a Giakarta nel 1998, a Seattle nel 1999, ancora a Washington e a Montréal nel 2000, ad Halifax nel 2002, a Losanna e a Cancun nel 2003, a Kiev e a Brunswick nel 2004 a Baku e a Beirut nel 2005, a Lione nel 2006, a Rostock e a Islamabad nel 2007, in Minnesota e a Atene nel 2008, a Londra nel 2009, a Roma e a Toronto nel 2010, a Madrid e a Sanaa nel 2011, tutto un dolce rosario di fiori colorati infilati nelle canne dei fucili, cosparsi sui caschi e sugli elmetti e inghirlandati attorno alle bandoliere e alle baionette, no, non voleva superare tutti in un Valdisusa 2013 offrendo il fiore della propria bocca. Voleva al contrario esprimere disprezzo e odio. Almeno così ha dichiarato lei. E giù centinaia e centinaia di battute di commentatori e cronisti e corsivisti a dire che peccato, che tristezza, che delusione, come sarebbe stato più bello, più giusto, meno perverso – appunto - se.

Fossi in loro ci andrei piano con una che si chiama Nina De Chiffre, e come tale fin nel nome è indechiffrable.

E’ la situazione tutta ad essere indechiffrable. Un jackpot di simboli, a partire dal trivellone che sventra la montagna, uno stupro geologico. Il potere maschile romano contro la fiera dolcezza valsusina, occitana, provenzale, montanara; il cantiere contro le montagne innevate, le ruspe contro la Sacra di san Michele e l’abbazia di Novalesa; i camion contro l’aria pura di montagna.

Poi c’è questa ragazza di vent’anni, ninadechiffre in arte Jasper Baol, che nel suo profilo Facebook pubblica foto belle e intriganti, e tra di esse una in cui, nuda, esce dalla spuma marina (aphros): tanto per dichiarare ufficialmente e quasi anagraficamente che è una dea, e quale dea. Si avvicina a un poliziotto venticinquenne dal volto angelico e mite, alto, immobile, catafratto di nero e di blu. Prova a baciarlo, e non riuscendoci a causa della celata, si inumidisce le dita di saliva e – passando sotto la visiera – gli bagna le labbra. Lui chiude gli occhi. E anche lei li ha chiusi. Perché in certi momenti, lo sappiamo bene tutti, gli occhi si devono chiudere.

Ma questa è la prima parte: che dice di un gesto che, per sé, sarebbe imparentato con tutti gli altri gesti floreali, da Washington a Sanaa, solo un po’ più intimo. Ce n’è una seconda. Fatta di parole sibilanti, perfide. Può anche essere che la ragazza si sia pentita del suo trasporto, un po’ troppo ad alta velocità, visto che è di trasporti che si parla e si contesta. Io però non credo. Le parole cattive sono solo l’altra faccia della caccia d’amore, servono a creare quella differenza di potenziale tra i poli perché possa scoccare la folgore erotica. Il bene puro non è amore, è ideologia

[Quando fu vecchio, Rabbi Moshe Haim Efraim (che era niente di meno uno dei figli di Israel ben Eliezer aka Baal Shem Tov, fondatore del Chassidismo) decise di lasciare la città di Sedilkow e di trasferirsi a Mesbiz. Per non farlo andare via i preposti decisero, durante un'assemblea, di aumentargli lo stipendio. Quando lo seppe, egli disse: "Vi ringrazio, perché so che in questo modo voi volete fare una cosa buona per me. Il mio principio però è quello di accettare il bene solo se a esso è legato anche un po' di male. Questo perché al mondo non vi è vero bene, se assieme non c'è anche un po' di male. Ditemi, c'è del male in ciò che avete deciso di fare? " I preposti non trovarono niente di negativo. In seguito a ciò, Rabbi Moshe Efraim andò ad abitare a Mesbiz.]

E infatti il cristianesimo, rispetto a questo punto, un po’ a rischio lo è. Io sono molto grato a quegli evangelisti che ci hanno narrato – per esempio – di quando Gesù si commuove (Iesus ergo fremuit spiritu et turbavit se ipsum, dice quando si trova davanti alla tomba dell’amico Lazzaro: che va onorato non in quanto risorto, ma in quanto pro-vocatore del pianto divino). Oppure di quando si arrabbia (Iesus, cum fecisset quasi flagellum de funicoli, omnes eiecit de templo). Commozione turbamento collera. Meno male. Sperimentando e agendo queste emozioni, le divinizza: quod non est assumptum, non est sanatum, secondo quanto insegnano i Padri a partire da Massimo il Confessore. Occhio al Gesù troppo buono, perché non salva un sacco di cose. Il Buddha di certo non è un bonaccione, ma non si commuove e non si arrabbia, è empatico senza scomporsi, e in effetti trovo il Buddha theravada un po’ a tinte pastello per i miei gusti; il buddismo ah lo preferisco contaminato con l’induismo hard boiled, in cui i Bodhisattva appaiono anche terribili, incazzatissimi, zannuti e unghiuti e danzano furibondi sui cadaveri nudi degli amanti. Mi pare fosse Lanza del Vasto a dire che un dio indiano se non sbrana, se non sbudella, se non taglia un po’ di teste, se non fa qualcosa di splatter, insomma, non può aspettarsi che la gente lo veneri e lo onori e cosparga di burro fuso, fiori e zafferano il suo lingam. Brahma, che pure è il principio cosmico supremo, non ha templi da nessuna parte. Non ha fatto nulla, a parte essere appunto il principe e amarsi narcisisticamente, tanto si ama da farsi spuntare millanta teste per guardarsi (la più alta della quale verrà appunto mozzata dal buon Shiva, dio invece amatissimo e veneratissimo).

Ma torniamo alla nostra indechiffrable Afrodite no-tav.
Ascolto un’intervista alla radio, un programma condotto da due giornalisti da battaglia, bravi a rendere pulp tutto quello che toccano. Lei no però, non ce la fanno. Lei è molto più pulp di loro.
“ Come sta?”
“Questo non è affar suo”, risponde, e la sua voce è veramente di carta vetrata.
“Lei ha detto: Nessun messaggio di pace, anzi questi porci schifosi li appenderei solo a testa in giù, dopo quello che è successo a Marta, la mia compagna molestata e picchiata
“Vero. E quindi? Ad appenderli per il dritto morirebbero.”
“E invece a testa in giù?” cerca di stare al gioco l’interlocutore.
“C’era un riferimento, ma non mi aspetto che lei lo capisca”
“Come Mussolini a piazzale Loreto…”
Silenzio prolungato. Non ha capito nulla. Eppure il giornalista appartiene al popolo ermeneutico per eccellenza, quello stesso del Baal Shem Tov per intenderci. Piazzale Loreto? Ma questo lo penserebbero tutti. E poi a piazzale Loreto mica vengono appesi vivi, i due. Andiamo. Io sarei andato a cercare piuttosto nella Philosophie du Boudoir. Avrei immaginato una pratica di bondage estremo. Perché ridurre subito una magnifica risposta (ad appenderli per il dritto morirebbero) a ideologia? Ma si sa, io sono perverso.
“Precisamente” sbadiglia alla fine lei. Ha ragione: non ha senso sprecare queste perle. Sia dato al cretino quel che vuole. Comportarsi come una sex worker? Ma se lo sanno tutti, fin dai tempi di Pretty Woman, che le sex workers fanno qualunque cosa except kissing on the mouth.

Poi certo, ci sarà anche stata veramente un po’ di voglia di morte. L’ indechiffrable è Afrodite, ma Afrodite Areia, sposa di Ares, guerriera anch’essa. E si sa come si chiamano i figli: Phobos (paura), Deimos (terrore) e secondo alcuni anche l’iti-mega-fallico Priapo. Poi anche Armonia.

Inoltre il povero ragazzo è in armatura. “Alle dame si consiglia – dice Agilulfo, il Cavaliere Inesistente di Calvino – come la più sublime emozione dei sensi, l’abbracciarsi a un guerriero in armatura.” (Every woman adores a Fascist, / The boot in the face, the brute / Brute heart of a brute like you  direbbe in altro modo – non fiabesco e terribile – la poetessa Sylvia Plath) “Bravo” continua in Calvino la vedova Priscilla “lo vieni a insegnare a me!” poi si arrampica su di lui e prova uno dopo l’altro tutti i modi in cui un’armatura può essere abbracciata. E quando l’intrepida Bradamante se ne innamora a sua volta, e i commilitoni la pigliano in giro “Ma se lo spogli nudo, poi, che acchiappi?” lei ribatte “E non credete che io sia talmente donna da far fare a qualsiasi uomo ciò che deve fare?

Ecco, “talmente donna da far fare a qualsiasi uomo ciò deve fare” E cosa deve fare un uomo? Per prima cosa, naturalmente, esistere. Indechiffrable così tanto donna – a dispetto delle e grazie alle sue parole anche ostili -ha reso esistente il Cavaliere Inesistente. E contemporaneamente l’ha spogliato. Insomma gli ha restituito il corpo.

Qualche giorno dopo sono andato a vedere la mostra di Rodin a Palazzo Reale, quei marmi liquidi e luminosi. C’è il celeberrimo Bacio. Quei due, sospesi tra esitazione e travolgimento, sprigionano il loro splendore sulla soglia della dannazione. E, se il Dante poeta vien meno di pietade, il Dante teologo (come direbbe il De Sanctis) li spedisce all’Inferno.

C’è un po’ tutto in quel bacio, in ogni bacio, a saperlo sentire. Tutto un concilio di dèi gloriosi, dispettosi, solenni, feroci, malandrini, terribili, languidi, misteriosi, splendenti, tutto un concilio di dèi, specie quando viene convocato da due ragazzi bellissimi messi dai divini giochi di Dio su parti avverse a far scoccare scintille. Di vita, di morte, di miracoli.




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