Questa è una storia in
cui chi indossa l’armatura è più vulnerabile di chi ha solo un golfino. E’ una
storia in cui le immagini dicono il contrario delle parole, ma tutte e due
dicono in fondo la medesima cosa. E’ una storia in cui le labbra parlano in un
modo ma baciano in un altro. E’ una storia in cui corpi, intenzioni, speranze vivono
capovolte e muoiono dritte. E’ una storia in cui Ares e Afrodite si scambiano
le parti, ma la loro prole rimane sempre la stessa. E’ una storia in cui per
comprendere il comportamento di una contestatrice ventenne bisogna chiedere a
un vecchio rabbino chassidico del settecento. E’ una storia in cui uno stolto
mercante vende per pochi soldi il Fiore di ogni Fiore e alla fine guadagna ciò
che nessun altro ha avuto mai. E’ una storia perversa.
“Quel che hai scritto è
orribile, sì, orribile. Disgustoso. E, se proprio devo dirla tutta, anche un
po’ perverso.” Perverso? dico pensando al mio cinguettio serale, e ora sono le
tre di notte. “Perverso. Un gesto è fatto per esprimere un sentimento e viene
usato per dire il suo opposto: e questo, anziché respingerti, ti eccita. Sì,
perverso. Ti sarebbe piaciuto anche il bacio di Giuda.” Fingo di prendermela ma
sotto-sotto gongolo. E’ perverso gongolare quando ti viene detto che sei perverso?
[Mi sarebbe piaciuto
anche il bacio di Giuda. Vero, mi piace. Mi piace che non abbia usato uno
schiaffo per far capire alla canaglia
quale fosse il Maestro. Mi piace perché è uno che non sa fare buoni affari,
baciando. Judas, mercator pessimus /
osculo petiit Dominum / ille ut agnus innocens / non negavit Judae osculum.
Giuda, pessimo mercante, chiese un bacio al Signore, ed egli – agnello
innocente – quel bacio non glielo negò. Non gli ha negato il bacio, Da nessun
altro il Signore fu baciato, se non i piedi, da Maria. Mi piace perché alla fine,
pur mercator pessimus, guadagna quel
bacio, come la donnina qualunque (ma
ottima mercantessa) che con un bacio al matto ottiene un disegno di Antonio
Ligabue – guardatelo su http://www.youtube.com/watch?v=B5kAhWA-Bko da 8.35 in poi, anche se non c’è l’audio – ed è
diverso e forse opposto ma sempre questione di baci estorti e doni immeritati.]
L’accusa di perversione trova
il suo fondamento su un mio tweet. Un
commento alla foto in cui la ragazza militante no-tav cerca di baciare il poliziotto in equipaggiamento
antisommossa, e il commento diceva: Solo
io trovo più sexy il "bacio d'odio" che il bacio pacifista? Come
ormai tutti sappiamo, lei non era una figlia dei fiori, non aveva forse mai
sentito la canzone dei Giganti (Mettete
dei fiori nei vostri cannoni perché non vogliamo mai nel cielo / molecole
malate, ma note musicali che formano gli accordi / per una ballata di pace)
e non voleva portare a compimento quanto accaduto a Washington nel 1967, a
Isfahan nel 1979, a Seul nel 1987, ancora a Seul nel 1993, a Giakarta nel 1998,
a Seattle nel 1999, ancora a Washington e a Montréal nel 2000, ad Halifax nel
2002, a Losanna e a Cancun nel 2003, a Kiev e a Brunswick nel 2004 a Baku e a
Beirut nel 2005, a Lione nel 2006, a Rostock e a Islamabad nel 2007, in
Minnesota e a Atene nel 2008, a Londra nel 2009, a Roma e a Toronto nel 2010, a
Madrid e a Sanaa nel 2011, tutto un dolce rosario di fiori colorati infilati
nelle canne dei fucili, cosparsi sui caschi e sugli elmetti e inghirlandati
attorno alle bandoliere e alle baionette, no, non voleva superare tutti in un
Valdisusa 2013 offrendo il fiore della propria bocca. Voleva al contrario
esprimere disprezzo e odio. Almeno così ha dichiarato lei. E giù centinaia e
centinaia di battute di commentatori e cronisti e corsivisti a dire che
peccato, che tristezza, che delusione, come sarebbe stato più bello, più
giusto, meno perverso – appunto - se.
Fossi in loro ci andrei
piano con una che si chiama Nina De Chiffre, e come tale fin nel
nome è indechiffrable.
E’ la situazione tutta ad
essere indechiffrable. Un jackpot di
simboli, a partire dal trivellone che sventra la montagna, uno stupro
geologico. Il potere maschile romano contro la fiera dolcezza valsusina, occitana,
provenzale, montanara; il cantiere contro le montagne innevate, le ruspe contro
la Sacra di san Michele e l’abbazia di Novalesa; i camion contro l’aria pura di
montagna.
Poi c’è questa ragazza di
vent’anni, ninadechiffre in arte
Jasper Baol, che nel suo profilo Facebook pubblica foto belle e intriganti, e
tra di esse una in cui, nuda, esce dalla spuma marina (aphros): tanto per dichiarare ufficialmente e quasi anagraficamente
che è una dea, e quale dea. Si avvicina a un poliziotto venticinquenne dal
volto angelico e mite, alto, immobile, catafratto di nero e di blu. Prova a
baciarlo, e non riuscendoci a causa della celata, si inumidisce le dita di
saliva e – passando sotto la visiera – gli bagna le labbra. Lui chiude gli
occhi. E anche lei li ha chiusi. Perché in certi momenti, lo sappiamo bene
tutti, gli occhi si devono chiudere.
Ma questa è la prima
parte: che dice di un gesto che, per sé, sarebbe imparentato con tutti gli
altri gesti floreali, da Washington a Sanaa, solo un po’ più intimo. Ce n’è una
seconda. Fatta di parole sibilanti, perfide. Può anche essere che la ragazza si
sia pentita del suo trasporto, un po’ troppo ad alta velocità, visto che è di
trasporti che si parla e si contesta. Io però non credo. Le parole cattive sono
solo l’altra faccia della caccia d’amore,
servono a creare quella differenza di potenziale tra i poli perché possa
scoccare la folgore erotica. Il bene puro
non è amore, è ideologia
[Quando fu vecchio, Rabbi Moshe Haim Efraim (che era niente di meno uno
dei figli di Israel ben Eliezer aka Baal Shem Tov, fondatore del Chassidismo)
decise di lasciare la città di Sedilkow e di trasferirsi a Mesbiz. Per non
farlo andare via i preposti decisero, durante un'assemblea, di aumentargli lo
stipendio. Quando lo seppe, egli disse: "Vi ringrazio, perché so che in
questo modo voi volete fare una cosa buona per me. Il mio principio però è
quello di accettare il bene solo se a esso è legato anche un po' di male.
Questo perché al mondo non vi è vero bene, se assieme non c'è anche un po' di
male. Ditemi, c'è del male in ciò che avete deciso di fare? " I preposti
non trovarono niente di negativo. In seguito a ciò, Rabbi Moshe Efraim andò ad
abitare a Mesbiz.]
E infatti il
cristianesimo, rispetto a questo punto, un po’ a rischio lo è. Io sono molto
grato a quegli evangelisti che ci hanno narrato – per esempio – di quando Gesù
si commuove (Iesus ergo fremuit spiritu
et turbavit se ipsum, dice quando si trova davanti alla tomba dell’amico
Lazzaro: che va onorato non in quanto risorto, ma in quanto pro-vocatore del pianto divino). Oppure
di quando si arrabbia (Iesus, cum
fecisset quasi flagellum de funicoli, omnes eiecit de templo). Commozione
turbamento collera. Meno male. Sperimentando e agendo queste emozioni, le divinizza: quod non est assumptum, non est sanatum, secondo quanto insegnano i
Padri a partire da Massimo il Confessore. Occhio al Gesù troppo buono, perché
non salva un sacco di cose. Il Buddha di certo non è un bonaccione, ma non si
commuove e non si arrabbia, è empatico senza scomporsi, e in effetti trovo il
Buddha theravada un po’ a tinte
pastello per i miei gusti; il buddismo ah lo preferisco contaminato con
l’induismo hard boiled, in cui i Bodhisattva appaiono anche terribili,
incazzatissimi, zannuti e unghiuti e danzano furibondi sui cadaveri nudi degli
amanti. Mi pare fosse Lanza del Vasto a dire che un dio indiano se non sbrana,
se non sbudella, se non taglia un po’ di teste, se non fa qualcosa di splatter,
insomma, non può aspettarsi che la gente lo veneri e lo onori e cosparga di
burro fuso, fiori e zafferano il suo lingam.
Brahma, che pure è il principio cosmico supremo, non ha templi da nessuna
parte. Non ha fatto nulla, a parte essere appunto il principe e amarsi narcisisticamente,
tanto si ama da farsi spuntare millanta teste per guardarsi (la più alta della
quale verrà appunto mozzata dal buon Shiva, dio invece amatissimo e
veneratissimo).
Ma torniamo alla nostra indechiffrable Afrodite no-tav.
Ascolto un’intervista
alla radio, un programma condotto da due giornalisti da battaglia, bravi a
rendere pulp tutto quello che
toccano. Lei no però, non ce la fanno. Lei è molto più pulp di loro.
“ Come sta?”
“Questo non è affar suo”,
risponde, e la sua voce è veramente di carta vetrata.
“Lei ha detto: Nessun messaggio di pace, anzi questi porci
schifosi li appenderei solo a testa in giù, dopo quello che è successo a Marta,
la mia compagna molestata e picchiata”
“Vero. E quindi? Ad
appenderli per il dritto morirebbero.”
“E invece a testa in
giù?” cerca di stare al gioco l’interlocutore.
“C’era un riferimento, ma
non mi aspetto che lei lo capisca”
“Come Mussolini a
piazzale Loreto…”
Silenzio prolungato. Non
ha capito nulla. Eppure il giornalista appartiene al popolo ermeneutico per
eccellenza, quello stesso del Baal Shem Tov per intenderci. Piazzale Loreto? Ma
questo lo penserebbero tutti. E poi a piazzale Loreto mica vengono appesi vivi,
i due. Andiamo. Io sarei andato a cercare piuttosto nella Philosophie du Boudoir. Avrei immaginato una pratica di bondage estremo. Perché ridurre subito
una magnifica risposta (ad appenderli per
il dritto morirebbero) a ideologia? Ma si sa, io sono perverso.
“Precisamente” sbadiglia
alla fine lei. Ha ragione: non ha senso sprecare queste perle. Sia dato al
cretino quel che vuole. Comportarsi come una sex worker? Ma se lo sanno tutti, fin dai tempi di Pretty Woman,
che le sex workers fanno qualunque
cosa except kissing on the mouth.
Poi certo, ci sarà anche
stata veramente un po’ di voglia di morte. L’ indechiffrable è Afrodite, ma Afrodite Areia, sposa di Ares, guerriera anch’essa. E si sa come si chiamano
i figli: Phobos (paura), Deimos (terrore) e secondo alcuni anche
l’iti-mega-fallico Priapo. Poi anche Armonia.
Inoltre il povero ragazzo
è in armatura. “Alle dame si consiglia
– dice Agilulfo, il Cavaliere Inesistente di Calvino – come la più sublime emozione dei sensi, l’abbracciarsi a un guerriero
in armatura.” (Every woman adores a
Fascist, / The boot in the face, the brute / Brute heart of a brute like you direbbe in altro modo – non fiabesco e
terribile – la poetessa Sylvia Plath) “Bravo”
continua in Calvino la vedova Priscilla “lo
vieni a insegnare a me!” poi si arrampica su di lui e prova uno dopo l’altro tutti i modi in cui
un’armatura può essere abbracciata. E quando l’intrepida Bradamante se ne
innamora a sua volta, e i commilitoni la pigliano in giro “Ma se lo spogli nudo, poi, che acchiappi?” lei ribatte “E non credete che io sia talmente donna da
far fare a qualsiasi uomo ciò che deve fare?”
Ecco, “talmente donna da
far fare a qualsiasi uomo ciò deve fare” E cosa deve fare un uomo? Per prima
cosa, naturalmente, esistere. Indechiffrable
così tanto donna – a dispetto delle e grazie alle sue parole anche ostili
-ha reso esistente il Cavaliere
Inesistente. E contemporaneamente l’ha spogliato. Insomma gli ha restituito il
corpo.
Qualche giorno dopo sono
andato a vedere la mostra di Rodin a Palazzo Reale, quei marmi liquidi e
luminosi. C’è il celeberrimo Bacio.
Quei due, sospesi tra esitazione e travolgimento, sprigionano il loro splendore
sulla soglia della dannazione. E, se il Dante poeta vien meno di pietade, il Dante teologo (come direbbe il De Sanctis) li spedisce all’Inferno.
C’è un po’ tutto in quel
bacio, in ogni bacio, a saperlo sentire. Tutto un concilio di dèi gloriosi, dispettosi,
solenni, feroci, malandrini, terribili, languidi, misteriosi, splendenti, tutto
un concilio di dèi, specie quando viene convocato da due ragazzi bellissimi
messi dai divini giochi di Dio su parti avverse a far scoccare scintille. Di vita,
di morte, di miracoli.
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